BANGLADESH I L’ANTICO MONDO DI OGGI

BANGLADESH, L’ANTICO MONDO DI OGGI

“Antico mondo di oggi”, è così che il Bangladesh potrebbe essere raccontato perché lontano dai circuiti turistici. E’ un paese ricco di tradizioni e, nella conservazione delle diversità etno-culturali, qui l’arcaico è contemporaneo. Un paese conosciuto per le sue carestie ed annuali inondazioni ma di cui si ignorano le bellezze naturali, culturali ed etnologiche che all’alba del terzo millennio ne fanno una delle ultime mete da scoprire.

L’estensione territoriale del Bangladesh è circa la metà dell’Italia con una popolazione tre volte superiore a quella italiana. Le acque interne rappresentano poco meno del 10% della superficie, eppure l’importanza dei suoi delta, dei laghi interni e delle lagune, fanno si che la conoscenza di questo paese avvenga attraverso “le sue acque”. Antichi mondi con vie di comunicazione fluviali lentamente si svelano ai nostri occhi, presenze umane numerose ma distanti, quasi a proteggersi da abitudini “altre”. Il viaggio prevede visite ai siti storici e religiosi della città templare di Puthia; di Kusthia, legata alla storia del grande poeta bengalese Rabindranath Tagore; di Bagherat con i suoi importanti e secolari monumenti islamici, espressione della caratteristica architettura locale.

   

Non manca una suggestiva navigazione di due notti e tre giorni su un battello privato ad uso esclusivo nella più grande foresta di mangrovie del mondo, il Sundarbans National Park, dove vive l’elusiva tigre del Bengala, e nelle cui vicinanze a Dublar Char si avrà occasione di vedere il Rusha Mela.

    

L’isola è famosa per la pesca e di conseguenza per tutte le lavorazioni collegate a tale attività. È situata tra il fiume Kunga e il Mara Pashur e tra il punto Hiron e Kokta.

    

È conosciuta anche perché ogni anno vi si celebra il Rash Mela, un festival Hindu che si basa sull’incontro di Radha (una pastorella) e Lord Krishna. Cominciato da Hari Bhajan, un discepolo di Thakur Hari Chand, questo festival fu organizzato per la prima volta nel 1923. Per continuare questo lascito e tenere viva la sua memoria, i devoti – soprattutto i pescatori delle Sundarbans – organizzano questo festival. All’alba si potrà assistere allo ‘snaan’ (bagno sacro), sulla spiaggia di Dubla, durante il quale centinaia di devoti, provenienti da ogni parte del paese arrivano per celebrare questo evento e siedono sulla riva con le loro offerte per il dio.

Chittagong, nella parte orientale del paese, è invece base di partenza per la zona collinare definita come Chittagong Hill Tracts : le cittadine di Bandarban e Rangamati,  Ghagra, Shuvalong, Ruma e i villaggi d’origine tibeto-birmana dei Chakma, Marma e Bhom, popolazioni autoctone che abitano in capanne di bambù sparse nella foresta e le cui donne indossano tradizionali capi colorati.

     

Durante i quattro giorni di soggiorno in quest’area  al confine con la Birmania, si avrà modo di conoscere le diverse realtà tribali visitando villaggi e mercati, colline e laghi, assaporando abitudini di quieta atmosfera. Tra essi il Lago Kaptai, il più grande lago artificiale dell’Asia (un’emozionante escursione su imbarcazione che attraverserà acque cristalline e una natura selvaggia) e il famoso fiume Shangu che scende dalle colline lussureggianti (in questa escursione verrà attraversato un meraviglioso paesaggio collinare).

Le visite saranno effettuate in pullman o jeep locali (chiamate Chander Gari), a seconda delle condizioni delle strade locali, e in battelli privati. Ci sono più di quindici minoranze etniche che vivono nel distretto oltre ai bengalesi, tra cui: Marma, i discendenti di Arakanese e Arakanese (Rakhine), che sono anche conosciuti come Magh, Mru (noti anche come Mro o Murong), Bawm, Khyang, Tripuri (noto anche come Tipra o Tipperah), Mizo (noti anche come Lushei), Khumi, Chak, Kuki, Chakma e Tenchungya, che sono strettamente imparentati, Reang (noti anche come Riyang), Uchoi (noti anche come Usui) e Pankho.

I Mru, anche noti come Murong, sono famosi per la loro musica e danza. I Mru in maggioranza si sono convertiti al Khrama (o Crama), la religione più giovane del Bangladesh che proibisce gran parte dei loro vecchi modi. Si presume che siano gli abitanti originali di Bandarban. I Bawm sono un’altra tribù importante presente nel territorio.  Ora convertiti quasi totalmente al cristianesimo, essi hanno sfruttato appieno la chiesa per diventare la etnia più istruita del distretto. I Marma sono discendenti arakanesi del Myanmar per origine e buddisti per religione, e sono la seconda più grande tribù dei distretti collinari del Bangladesh.

I Khumi vivono nelle parti più remote del distretto, e si pensa che il gruppo includa tribù ancora inesplorate e non classificate. Questi gruppi etnici sono di nuovo divisi in centinaia di clan e sette, dominati principalmente da quattro credi religiosi: buddismo, cristianesimo, induismo e un numero indefinito di fedi pagane. Tutti questi clan e gruppi sono raggruppati in due grandi famiglie etniche, vale a dire il popolo delle colline e la gente della valle. Da quando la diga di Kaptai ha allagato la valle creando al lago Kaptai, la gente della valle ha iniziato a vivere sulle cime delle colline lungo la collina. Coloni bengalesi, che arrivarono con gli insediamenti forzati nel 1979, e coloni Rohingya, entrando attraverso il confine con la Birmania da quando la giunta salì al potere a Yangon nel 1992, ora sono diventati due gruppi etnici importanti al di fuori delle minoranze. Ma ci sono un certo numero di famiglie bengalesi che affermano di essersi insediate prima di alcune tribù.

Leggendo  la stampa internazionale, pensa al Bangladesh più come a una zona disastrata che come a una meta turistica. Tuttavia, dietro a queste immagini di cicloni e inondazioni, di instabilità politica, si nasconde un paese sorprendentemente bello e lussureggiante, con una ricca storia e una varietà di luoghi interessanti piuttosto insolita per un paese di queste dimensioni. Nonostante sia il paese più densamente popolato al mondo, il Bangladesh rurale è molto rilassante, spazioso e amichevole. I viaggiatori provenienti dall’India rimangono in genere piacevolmente sorpresi nell’incontrare ufficiali alla frontiera che offrono loro una tazza di tè invece che una montagna di moduli da compilare. Il paese non dispone di molte attrezzature turistiche, ma se avete uno spirito indipendente, è molto meglio evitare le folle dirette in India e in Nepal e seguire il vecchio slogan dell’ente turistico del Bangladesh: «Venite in Bangladesh prima dei turisti».

In questo itinerario sono premiati i viaggiatori curiosi  interessati a scoprire una meta genuina, il cui Highlight sono i bengalesi stessi, un popolo che riesce a coinvolgere il visitatore per vivere la loro cultura, ma soprattutto per il piacere di stare insieme e conoscere. La maggior peculiarità del viaggio è infatti che i turisti sono visti ancora come una piacevole ed inaspettata curiosità e non come qualcosa da sfruttare.Voi sarete curiosi di loro così come loro saranno curiosi di voi!

Questo itinerario è proposto da VIAGGI TRIBALI dal 13 al 27 novembre 2018

 

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