INTERVISTA CON ROLLING PANDAS : NON C’E’ VIAGGIO SENZA FOTO E NON C’E’ FOTO SENZA VIAGGIO

INTERVISTA CON ROLLING PANDAS            

WAKHAN AFGHAN CORRIDOR                           

NON C’E’ VIAGGIO SENZA FOTO E NON C’E’ FOTO SENZAVIAGGIO

Il Panda oggi ha avuto i piacere di intervistare Giuseppe Russo, fotografo, esploratore, appassionato di viaggi e autore del blog GIUSEPPERUSSOPHOTO  nel quale i lettori possono trovare utili consigli ed ispirazioni di viaggio!

  • Siete curiosi di sapere cosa ha raccontato al Panda? Ecco per voi la sua intervista:

foto : Afghan Wakhan Corridor (agosto – settembre 2019)

  • Ci racconti un pò di lei e di come nasce il suo sito

Il sito GIUSEPPERUSSOPHOTO è nato un po’ per gioco e un po’ per dare dentro di me risposte alla mia ricerca del viaggio, intesa come esperienza totale a 360°. Dopo oltre 30 anni nel settore, in cui ho accompagnato gruppi per i 4 angoli del pianeta, erano maturati i tempi per raccontare le esperienze dal mio punto di vista personale e per proporre anche quelle che farò. Mi occupo adesso di disegnare e strutturare itinerari per un noto Tour Operator e questo dà maggiore linfa alla mia sete di trovare nuovi percorsi non omologati e circoscritti sotto un’ottica etico-culturale, viaggi etnografici tra i POPOLI IN FESTA, perché stando in mezzo alla gente si può conoscere davvero la vera natura di un popolo e del suo paese. Continuando ad accompagnare gruppi e in questa dimensione il mio “appetito” di viaggiatore cresce sempre più, affinandosi.2Come si uniscono la passione per la fotografia ed i viaggi? Quale è per lei il significato del viaggio, e della fotografia? 2. Come si uniscono la passione per la fotografia ed i viaggi? Quale è per lei il significato del viaggio, e della fotografia? 2. Come si uniscono la passione per la fotografia ed i viaggi? Quale è per lei il significato del viaggio, e della fotografia?

foto : Afghan Wakhan Corridor (agosto – settembre 2019)

  • Come si uniscono la passione per la fotografia ed i viaggi? Quale è per lei il significato del viaggio, e della fotografia?

Le 2 passioni sono unite da un sottile filo. Non c’è viaggio senza foto e non c’è foto senza viaggio. Anche se la fotografia appaga il desiderio del viaggio, al rientro lo fa continuare con i suoi ricordi e continua ad emozionare. Chiaramente la fotografia rientra in un discorso molto più lungo, dove c’è la creatività e la tecnica! Il viaggio invece è una bella droga! Una volta provato a fare viaggi di un certo spessore, la ricerca di un altro dello stesso genere, ma anche più interessante è difficile. La mia ricerca spazia da letture web, diari di viaggio, reportages fotografici, narrazioni e solo quando trovo le risposte programmo un itinerario.


foto Bangladesh RASH MELA, Tchad GEREWOL, Myanmar CHIN


Tra i viaggi che ha fatto, quale ha preferito e perchè?

Generalmente non ho un solo buon ricordo, ma tanti, perché la gente incontrata con le varie interazioni in loco mi emoziona molto lasciando anche a lungo termine ricordi, che riesco a conservare nel “cassetto della mia memoria” e a recuperare grazie a file fotografici. Ogni foto è un ricordo, che fa affiorare incontri, dettagli, mai del tutto scomparsi. Tutto questo è accompagnato anche dalla scrittura di miei articoli, che contribuiscono ad arricchire i miei ricordi Nero su Bianco, arricchendoli con foto sia sul mio stesso sito e spesso anche su Travel Magazines di settore, per i quali scrivo. Ho ottimi ricordi di viaggi in Giappone con i suoi Matsuri, Tchad con il Gerewol, Bangladesh  con la gente comune ma esplosiva di gioia e genuinità dentro, Tibet con la Kora sul Mt. Kailash e il Saga Dawa, Alaska dei bears, Sudan con i suoi siti archeologici strappati alla sabbia del deserto, Bolivia con i salares e Myanmar con la sua stupenda popolazione, ma potrei continuare…il viaggio più bello…lo dice il proverbio stesso…è quello che si deve ancora fare!



foto Giappone MATUSRI, Alaska MY.KINLEY e Pakistan KALASH FESTIVAL

  • Cosa l’ha affascinata, anche dal punto di visita fotografico, del suo viaggio in  Tajikistan e Afghanistan?  

Sono 2 paesi limitrofi, dai grandi spazi aperti, ma mentre il Tajikistan con il suo percorso, noto attraverso uno dei tanti rami della Via della Seta, è più turisticamente conosciuto, l’Afghanistan (e parlo dell’Afghan Wakhan Corridor, comunemente noto come il dito afghano) è più selvaggio e genuino. Visitarlo è stato come entrare attraverso uno “Stargate” in una dimensione spazio-temporale unica, con uno dei panorami naturali più particolari (il Bam-i Dunya “tetto del mondo”) ed in un territorio sorprendente circondato dalle vette più alte del mondo, quelle del Pamir, dell’Hindū Kūsh e del Karakoram, abitato prevalentemente da genuini pastori Wakhi e nomadi Kuch, che svolgono la loro quotidianità con ritmi lenti e propri di 100 anni fà…come essere nell’ombelico del mondo! Riuscire a cogliere dettagli fotografici della loro quotidianità, dei loro volti, del loro usi e costumi è stato come partecipare per un profondo e lungo momento alla loro stessa vita. Un antico rituale equestre per noi ripetuto…il BUZKASHI… praticato con la contesa di una carcassa di una capra da parte di 2 gruppi di cavalieri“chapandoz” ed alla cui conclusione gli stessi giocatori hanno sentitamente ringraziato il “gruppo di visitatori ed osservatori” fa capire come ci sia poca distanza tra riti, giochi e tradizioni ancora vive nell’uso sociale locale, in un autentico clima di genuinità!

foto: BUZAKASHI e TAJIKISTAN (Pamir, Bulunkul e lungo il fiume Piany) durante il viaggio di gruppo Afghan Wakhan Corridor da me accompagnato con VIAGGI TRIBALI (agosto-settembre 2019)

il viaggio TAJIKISTAN & AFGHANISTAN con il BUZKASHI sarà riproposto da VIAGGI TRIBALI DAL 28 AGOSTO AL 12 SETTEMBRE 2020

Intervista concessa e pubblicata su ROLLING PANDAS

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